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Casa green, salire di classe energetica aumenta il valore dell’immobile: +14% per chi passa dalla G alla D, +30% alla A

In Italia più del 55% delle abitazioni è ancora in classe F e G: l'Ue richiede almeno una D
Estratto da Ilmessaggero.it

Sostenibilità ed efficientamento energetico sono sempre più apprezzati sul mercato immobiliare. Lo sostiene una ricerca dell’Università Iuav di Venezia per conto dell’osservatorio Rebuild, anticipata da Il Sole 24 Ore, secondo cui il valore degli immobili cresce con il miglioramento della classe energetica. Nelle tre città prese come campione – Padova, Mestre e Bergamo – si osservano incrementi del 14-18% quando si passa dalla classe G alla D, del 30-40% se si passa dalla G alla A (a seconda dei mercati locali). Ricordiamo che la D è la classe indicata dall’Ue come la minima per un primo allineamento delle unità immobiliari a superiori standard ambientali.

Salire di classe energetica aumenta il valore della casa

Quello della casa green diventa quindi un tema sempre più attuale: da un lato grazie a una nuova e più matura domanda del mercato, dall’altro a causa delle nuove e sempre più stringenti normative europee in tema di sostenibilità ed efficientamento energetico.

Lo studio

Nell’infografica di GEA su dati Policy Europe, i principali punti della direttiva Ue sulle cosiddette ‘Case green’. Rispetto alla proposta della Commissione Ue, l’Europarlamento rafforza i target di efficienza ma garantisce piu flessibilita agli Stati membri per raggiungerli attraverso i piani nazionali. Sui target, secondo l’Eurocamera, le case dovrebbero raggiungere almeno la classe di prestazione energetica ‘E’ entro il 2030 e ‘D’ entro il 2033. La Commissione Ue proponeva di raggiungere la classe ‘F’ entro il primo gennaio 2030 e la classe ‘E’ entro il primo gennaio 2033. Gli edifici non residenziali e pubblici dovrebbero raggiungere le stesse classi rispettivamente entro il 2027 (E) e il 2030 (D), mentre la Commissione aveva proposto ‘F’ ed ‘E’.

Le tre città della ricerca sono state scelte a campione: città non metropolitane e con un mercato immobiliare non particolarmente rilevante, a testimonianza dell’apprezzamento generalizzato. Ezio Micelli, professore ordinario dell’luav, anticipa i dati al Sole24 Ore, raccontando che la ricerca si basa su un piano di campionamento significativo, trecento alloggi per città, «tutti rigorosamente del mercato di seconda mano, quello che fa la ricchezza degli italiani, oggetto degli scambi, incluse le unità immobiliari nuove, perfettamente attrezzate sotto il profilo dell’efficientamento».

La presidente di Assoimmobiliare, Silvia Rovere, ha commentato: «Il parco immobiliare italiano necessità di una grande azionedi rilancio e le istituzioni dovranno necessariamente utilizzare la leva fiscale per attrarre gli investimenti privati, senza i quali è impensabile avvicinarsi agli obiettivi concordati a livello europeo».

«In Italia, nonostante i tentativi di intervento degli ultimi otto anni con i diversi bonus fiscali – culminati nel Superbonus – il 55% delle abitazioni residenziali rientra ancora nelle due peggiori classi energetiche “F” e “G””. Se affrontati per tempo, gli obiettivi di efficienza energetica delineati con la Direttiva Europea EPBD possono essere una grande opportunità di sviluppo e di stabilizzazione della crescita economica».

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